di Pablo Palacio
traduzione all'italiano di Davide Cipollini
Occhi neri
Occhi neri, occhi puri,
di purezza madrigale,
occhi dai riflessi scuri
di bellezza senza eguale.
Occhi tristi, occhi sinceri,
occhi appassionati e veri,
occhi che lanciano chiari
lampi, come dolci fari.
Occhi di amore e di pena,
occhi che sono diamanti
neri, di donna agarena;
occhi che di luce vivono
come stelle scintillanti,
occhi che bruciano, occhi che uccidono…
Pablo Palacio nasce in Ecuador, a Loja, nel 1906. Ottiene risultati precoci in ambito letterario e partecipa attivamente ai circoli avanguardisti. La sua produzione letteraria si concentra tra il 1927 e il 1932: pubblica sulle testate della capitale i suoi racconti, tra cui “Un hombre muerto a puntapiés”, titolo dell’omonima e fortunata raccolta (Un uomo ucciso a calci, Edizioni Arcoiris, 2018), che desta non poco scandalo per l’irriverenza e la novità assoluta dei temi trattati. Il romanzo breve Débora (Edizioni Arcoiris, 2022)lo consacra al successo letterario alla straordinaria età di ventuno anni. La sua terza e ultima opera, Vida del ahorcado (Vita dell'impiccato, Edizioni Arcoiris, 2018), è di nuovo un romanzo breve. Sebbene la sua carriera di avvocato, docente universitario, scrittore e politico sia in costante ascesa, è costretto a ritirarsi a vita privata. Lo scrittore muore nel 1947 in una clinica psichiatrica di Guayaquil, avvolto dall’oscurità come il protagonista di un suo racconto.
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